Il ponte sul Basento è stato progettato e costruito a partire dal 1967 dall'ingegnere Sergio Musmeci.
L'unicità dell'opera risiede nell'innovativa concezione progettuale che vede l'anteporre l'ottimizzazione della superficie e la massimizzazione dell'efficacia strutturale agli aspetti figurativi.
La forma della struttura infatti non doveva essere definita a priori per poi verificarne i margini di sicurezza, ma doveva derivare da un processo di ottimizzazione del suo regime statico.
Come sappiamo, data la superficie di un guscio sottile, attraverso le equazioni differenziali di equilibrio, è possibile in linea teorica trovare gli sforzi interni. Musmeci ribalta i termini della questione osservando che stesse equazioni consentirebbero di trovare, fissato un certo regime di sforzi, la forma della superficie.
<<Inoltre per sfruttare al meglio le proprietà meccaniche del calcestruzzo, impone che gli sforzi siano di compressione uniforme ed isotropa: una superficie a compressione uniforme, che è caratterizzata, tra l'altro, da curvature principali di uguale valore assoluto e di segno opposto, presenta uno sviluppo superficiale minimo per un contorno prefissato (superficie minima)>>[1].
L'ingegnere per la concretizzazione di un così ambizioso progetto segue, nei dieci hanno che lo tennero impegnato, molteplici approcci per verificare la validità delle sue ipotesi. Egli infatti alterna, in modo non sempre consequanziale, approcci empirici, attraverso lo studio del comportamento di modelli fisici, approcci matematici, approcci di statica grafica e di elementi finiti.
[1] Rinaldo Capomolla, "Il ponte sul Basento di Sergio Musceci". Il progetto della forma strutturale prima dell'avvento del calcolo automatico. http://www.aising.it/docs/atticonvegno/p1143-1152.pdf
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